ANTONIO CILLIS

Biografia

 ” La sonrisa de Antonio o “il sorridere” de los colores de sus pinturas? Cuando lo real se transforma en una pintura de Antonio Cillis, ella se convierte en un todo erano, en un “state” continuo como es la vida de Antonio.”

Cristina Manganiello
Profesora -Investigadora Facultad de Bellas Artes Universidad Nacional de La Plata – Argentina
Buenos Aires. marzo 2008

 



ESSENZA E MATERIA

ANTONIO CILLIS nasce a Pietragalla (Pz) e vive e lavora tra l’Italia e l’America Latina, in particolar modo in Argentina. Lontano da ogni vincolo accademico, aderisce a vari gruppi di colore e movimenti artistici in Italia e all’estero. Membro dell’Asociaciòn de Artesanos Italianos en Argentina y sus Descendientes con sede in Buenos Aires, grazie alle sue mostre e collaborazioni con gallerie ed esposizioni nelle varie Associazioni Italiane in Sudamerica riceve, nel marzo 2007, dal “Museo de la Ciudad“ di Buenos Aires un invito personale come artista straniero a la Feria de las artes nel quartiere storico di San Telmo. Il suo percorso artistico, intrapreso con la fotografia amatoriale in bianco e nero ed approdato successivamente alla pittura e alla scultura, è caratterizzato da una continua divisione tra passato e presente custodita in segreto e dettata dall’anima attraverso una tecnica costante. Il filtro correttivo di una visione romantica ne fa un autore tradizionale, mentre sperimentale ed originale rimane la sua ricerca di un tratto distintivo, di una perfezione stilistica giocata sull’armonia cromatica fortemente influenzata dai colori delle stagioni. Temi prediletti i paesaggi, quelli lucani e quelli sudamericani. Ed è proprio il tema naturalistico a caratterizzare le sue opere, nella sua idealizzazione e al contempo nella sua fedeltà al reale, dalle luci distintive, inconfondibili e cangianti del sole, dai colori particolari ed unici che infondono alla campagna lucana, in una geografia del cuore fatta di percorsi attraversati dalle stagioni. E in questo paesaggio il legno di ulivo che racchiude in sé tanta bellezza, simbolo di pace e spiritualità, con la presenza nobile di una radica può rappresentare l’agitazione e il tormento in cui vive l’umanità. Ha una sua vita interiore, in simbiosi con l’anima, nella percezione che ciò che è più interno al pensiero e l’essere della materia si uniscono realizzando un’identità. E il pensiero diviene forza creatrice, lontano da una progettualità precostituita, in modo che sia proprio l’improvvisa e dirompente carica creativa emanata dalla materialità del legno stesso a suggerire all’artista come intervenire e creare una scultura contemporanea. Uomo del sud del mondo, ci regala sensazioni originali: il suo continuo peregrinare è fondamento esso stesso della conoscenza della natura nelle sue diverse molteplici espressioni. Nella sua opera sono evidenti influenze pittoriche impressioniste ma anche della cultura del continente sudamericano, meta costante di viaggi e di esplorazioni da parte dell’autore, alla continua ricerca di un’espressione stilistica originale e al tempo stesso fedele ai valori della essenzialità.

 

 “Io non ho e non posso avere allievi. Siccome io credo che ogni artista debba essere il maestro di se stesso , così non posso pensare a fare il professore. Non posso insegnare la mia arte, né l’arte di una scuola qualsiasi, perché nego l’insegnamento dell’arte, o in altri termini sostengo che l’arte è tutta individuale e che, per ciascun artista non è altro che il risultato della propria ispirazione e dei propri studi sulla tradizione.”

Gustave Courbet , 25 dicembre 1861

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